Chi ha avuto un’infanzia difficile?
L’infanzia difficile non è per forza aver vissuto una tragedia in tenera età.
Per un bambino che è totalmente dipendente dagli adulti per la sua sopravvivenza, non solo fisica ma soprattutto per il suo sentire interiore, ha avuto un’infanzia difficile tutte le volte che non è stato visto e accolto così com’era, tutte le volte che “Smetti di piangere” tutte le volte che un genitore troppo ansioso o troppo triste non si è occupato della sua ansia o tristezza e tu piccolo, hai pensato respirato e mangiato ansia o tristezza in tutti i santi giorni della tua infanzia, credendole tue, facendole tue, e credendo che quella fosse la normalità.
Hai avuto un’infanzia difficile se ancora oggi ti arrabbi per un nonnulla se ti senti solo e non capito, se non riesci a comunicare i tuoi bisogni o tanto meno non sai neanche quali sono i tuoi bisogni.
Per il bene che i figli provano per i genitori i bambini si mettono spesso da parte, mettono da parte i loro desideri e necessità per soddisfare quelli dei grandi.
I bambini vedono tutto il dolore degli adulti, sentono tutte le emozioni che prova un adulto e provano una profondissima pena di fronte al dolore di un loro genitore.
Da questa esperienza un bambino spesso impara a non disturbare, e a dare al genitore quello che crede aver bisogno Quando un piccolo dà a un grande succede che il piccolo si allontana dal ricevere, credendo di non meritare.
Questa situazione si ripercuote poi anche nella vita adulta quando il bambino cresciuto avrà delle relazioni intime o dovrà trovarsi un lavoro. Non abituato a ricevere potrebbe mettersi in situazioni non adatte a lui come amori difficili, con persone che non lo stimano, o lavori che capitano in cui non può esprimere tutto il suo potenziale.
Spesso i bambini diventano compiacenti per non deludere i genitori, per non farli soffrire, per far loro motivo di orgoglio, per essere visti e amati. Senza comprendere che così facendo ci si allontana sempre di più da se stessi, dal conoscere se stessi che è il primo compito che tutti abbiamo in questa vita.
Invece occorrono spiegazioni ai bambini, occorrono rassicurazioni.
Se oggi non riesci a instaurare relazioni profonde con altri adulti, se provi un senso di inadeguatezza, se hai tanti dubbi su come fare e cosa fare, se ti metti sempre in discussione.
I bambini hanno bisogno di sentirsi dire che sono amati, spesso, spessissimo.
Quante volte te l’hanno detto quando eri piccolo?
Non un “Ti insegno perché ti voglio bene, ti sgrido perché ti voglio bene”, ma un ti voglio bene e basta, così come sei, anche quando piangi o quando ti arrabbi.
I bambini hanno bisogno che un adulto sappia occuparsi di se stesso e che glielo dica: sai piccolo, si sono un po’ triste o preoccupato, ma tu non c’entri e penso io a me stesso, tu vai a giocare.
E’ importante sapere che tutti questi comportamenti avvengono a livello inconscio, cioè i genitori non si rendono conto di quello che fanno.
Ma quando diventi adulto e ti accorgi che dentro di te c’è un senso di irrequietezza, che c’è una tristezza apparentemente immotivata, che c’è un senso di stress, oppure che i tuoi figli manifestano difficoltà di qualche tipo, è importante che un adulto prenda in mano se stesso e cominci a riflettere sul suo essere stato bambino.
Che bambino eri? Scalmanato e ribelle? Oppure timido e estremamente insicuro?
Da adolescente ti mettevi nei guai? Potevi raccontare i tuoi problemi ai tuoi genitori?
Se hai avuto un’infanzia difficile rimani ipersensibile a tutto ciò che ti accade intorno, ti senti responsabile di tutto e tutti, vorresti aiutare tutti quelli che soffrono e vorresti che tutti fossero felici, perché ti hanno insegnato che essere tristi o arrabbiati, o preoccupati non va bene; e hai provato sulla tua pelle quanta solitudine c’è nell’essere tristi o arrabbiati o preoccupati.
Ma non è questa la verità. Questa è solo la tua esperienza.
In verità ti dico che è possibile, che è sano essere arrabbiati, spaventati e tristi; che si può parlarne con qualcuno di ciò che ti spaventa o ti rende triste, e quel qualcuno magari può anche ascoltarti senza doverti guarire o farti smettere di sentirti così.
Ti dico che non solo è normale, ma è anche sano piangere o dare un pugno al cuscino, urlare in macchina, sentirsi disperati.
Se hai avuto un’infanzia difficile allora nessuno te la renderà più indietro. Ancora una volta tocca a te abbracciare te stesso, rassicurarti, dirti che ancora una volta ce la farai.
Non dimenticarti di dirti che ti ami. Fallo!
Guardati allo specchio e sorridi a te stesso.
Cerca dentro te il bene che provi, direzionalo verso di te, ricevi questo bene, respiralo.
Diventa l’adulto che avresti voluto accanto quando eri piccolo, diventalo per te stesso prima di tutto e per tutte le persone che fanno parte della tua vita, i tuoi figli, il tuo partner, i tuoi amici.