Come ti senti? Semplici domande per una Educazione emotiva.
“Come ti senti?”
“Come ti senti nella nuova scuola?
Come ti senti con quella persona?
Come ti senti quando la mamma va via?
Come ti senti quando tua sorella dice “….”?
Cari genitori, insegnanti, educatori…se vogliamo curare e coltivare l’intelligenza emotiva in noi e nei “nostri” bambini, questa piccola frase (Come ti senti?) dovrà entrare a far parte del nostro vocabolario quotidiano.
Lasciate perdere il “Cosa hai fatto oggi a scuola?” che il più delle volte come risposta ottiene un noncurante “Niente” o “Tuttobene” detto proprio così, tutto d’un fiato.
Offrite ai bambini la possibilità di andare più nel profondo del loro sentire e del loro vivere, portateli a trovare parole nuove per descrivere le loro esperienze.
Portateli a sviluppare una nuova sensibilità che parte dalle sensazioni corporee per arrivare alle emozioni e ai sentimenti.
Questa è una domanda chiave per aiutarli ad avere coscienza di sé e delle proprie sensazioni, delle proprie emozioni, del proprio corpo.
E se loro vi guardano strano…giocate, in questo loro sono dei campioni, giocate e magari provate a dire: “che animale ti sei sentito mentre facevi la verifica? O durante la ricreazione? o prima di fare la nanna all’asilo? Che animale ti sarebbe piaciuto essere?”
Poi l’educazione emotiva passa attraverso l’accoglienza. L’accoglienza innanzitutto di quello che è, senza giudizi, senza buoni o cattivi, senza bravi o meno bravi, nel rispetto della manifestazione di ognuno e nel riconoscimento dell’intelligenza, soprattutto corporea, di ognuno, nell’ascolto di sé, nella consapevolezza di se stessi come essere unico, irripetibile e necessario a questo universo.
L’educazione emotiva passa attraverso lo sviluppo dell’empatia, della comprensione e accoglienza degli stati d’animo degli altri e attraverso la didattica del sorriso. L’educazione emotiva non prescinde dall’amore per se stessi.
Genitori, insegnanti, chiedo a voi. Dove siete rispetto a tutto questo? Avete imparato prima di tutto per voi stessi? Ad amarvi, a rispettarvi, ad essere amorevoli e pazienti nei vostri confronti per esempio quando fate un errore? State imparando a non giudicarvi e a lasciarvi essere come siete?
Ecco, vi lascio con tutte queste domande da farvi risuonare dentro. Non necessitano per forza di una risposta, quanto di essere ripetute più e più volte, nelle varie fasi della giornata e della vita, perché è un continuo imparare e, come dice il caro Edward Bach (si, quello dei fiori) ogni giorno di vita è come un nuovo giorno di scuola.
Dott.ssa Romina Gabanini