Imparare a auto-consolarsi e coccole multisensoriali
Quando coccolarsi diventa una cura.
Mi capita spesso tra le persone che incontro che emerga questo tipo di vissuto, e io stessa ho avuto questo tema per molto tempo, ovvero avere la sensazione di non aver ricevuto abbastanza coccole.
Molti di noi effettivamente non hanno ricevuto contatto a sufficienza.
L’esperienza della nascita può generare nel bambino grande angoscia e un senso di minaccia alla sopravvivenza. Quando la nascita inoltre è stata un po’ travagliata e difficoltosa il bambino ha molto più bisogno di essere toccato, coccolato, rassicurato e forse è anche per questo che molti, nonostante abbiano avuto dei genitori attenti e presenti, continuano a sentire una certa mancanza di tenerezza.
Non è solo una questione di coccole infatti, ma più che altro una questione di contatto pelle a pelle, che porta all’integrazione del corpo, che se non avviene sufficientemente produce alcune conseguenze.
Ora non vorrei fissare la mia e vostra attenzione su ciò che è mancato e sulle “nefaste e tragiche” conseguenze che porta la mancanza di contatto e di coccole in tenera età.
Quello che vorrei trattare in questo articolo è soprattutto cosa fare e come comportarsi, da adulti, per agevolare una integrazione corporea e supplire a ciò che sentiamo esserci mancato quando eravamo piccoli.
Innanzitutto partiamo dal riconoscimento dei nostri bisogni.
Una buona domanda che possiamo farci di tanto in tanto è proprio questa: “Di cosa ho bisogno in questo momento?”
Se ascoltiamo la risposta di solito arriva immediata, anche se magari un po’ in sordina, sotto forma di immagine, di una frase interiore, o di una sensazione.
E se qualcuno di quei bisogni pensiamo non sia stato soddisfatto tempo fa, 20, 30 o anche 40 anni fa dai nostri genitori o da chi si prendeva cura di noi, possiamo smetterla di cercare le coccole perdute, come diceva un famoso libro, e cominciare a fare qualcosa oggi per noi stessi.
Il corpo funziona così: se gli è mancato qualcosa registra nei muscoli, nella pelle, nel sistema nervoso, in tutte le cellule una specie di movimento interrotto, di bisogno che non è stato soddisfatto. Il corpo non considera che sono trascorsi tanti anni, lui continua a sentire il bisogno di ciò che gli è mancato, fino a quando, finalmente, non verrà offerta la soddisfazione di quel bisogno.
Ora, se la mancanza è stata sentita per decine di anni probabilmente non sarà così immediato risolvere questo bisogno.
Allora dobbiamo cominciare a pensare di fare qualcosa per noi stessi senza pretendere dei risultati immediati, ma continuando a perseverare e notando i piccoli risultati che possiamo ottenere nel tempo. Per fare questo serve tempo, non dimentichiamocelo mai.
Tra l’altro una conseguenza (avevo detto che non ne avrei parlato ma ahimè devo farlo) del fatto di non aver ricevuto sufficiente contatto corporeo è quella di abbandonare facilmente le imprese che portiamo avanti; quindi, come ben potete immaginare, può diventare un circolo vizioso in cui sento che posso fare qualcosa per me, ma dopo un po’ non riesco a portare avanti il compito che mi sono data.
Quindi, se vi capita questo, sappiate che fa parte della natura del vostro tema e siate indulgenti con voi stessi e, come ho già asserito prima, datevi tempo.
Veniamo ora a quello che possiamo fare ad esempio in momenti di “crisi” e di mancanza, di voglia di qualcosa, di senso di vuoto.
Dovete sapere che le coccole sono multisensoriali.
È fondamentale partire dal tatto e quindi dal corpo, per una questione di “darci un contenitore”, delle fondamenta, se in effetti non siamo stati molto toccati e accarezzati da piccoli, ma poi possiamo spaziare dandoci coccole odorose, uditive, visive, gustative.
Farsi massaggiare, quindi, è una delle prime cose che occorre considerare di fare.
C’è bisogno di sentire i propri confini, la propria struttura, soprattutto i piedi e le gambe, perché quando non si è molto toccati può capitare che l’energia cominci a salire nel nostro corpo andando verso i centri superiori, ad alimentare così il pensiero e quindi è molto importante prendersi cura delle zone più basse che a volte sono carenti di energia.
E farsi massaggiare agevola la percezione dei confini del proprio corpo.
Percepire il corpo aiuta a tenere l’energia verso il basso, aiuta nel radicamento, quindi possiamo sviluppare più energia per fare e agire, e meno per pensare.
Un’altra attività potrebbe essere quella di farsi il bagno con una spugna con la quale si può passare in rassegna tutto l’intero corpo, approfittando ad esempio di usare un bagno schiuma con una profumazione piacevole.
Anche stendersi la crema o un olio per il corpo ottiene lo stesso effetto. Vi consiglio di usare degli oli essenziali puri
da mescolare a un olio di base, ci sono quelli che “lavorano” ad esempio sul chakra del cuore e quindi particolarmente adatti a un momento di coccola, a sentirsi avvolti, a riempire con un buon odore quel senso di vuoto o solitudine che a volte si fa sentire.
Fra questi i più adatti sono l’olio di arancio dolce, rosa, neroli, ylang ylang.
Lo stato d’animo con cui fare queste pratiche deve essere proprio quello di fare un gesto, una coccola per noi stessi, prendendosi un momento di relax, una pausa nel mezzo della vita impegnata che abbiamo.
E respirare, ovvero fare dei respiri con consapevolezza, anche dei sospiri, essendo il più possibile presenti a quello che stiamo facendo. Prendere un respiro con consapevolezza fa sì che siamo presenti a quello che facciamo e lo integriamo, attraverso il respiro appunto, in tutto il nostro sistema.
Farsi una coccola inoltre può essere tutto quello che ci piace e che sentiamo ci fa stare bene.
Alcuni esempi:
– Metterci un vestito che ci piace e che ha un bel tessuto piacevole al tatto, anche per stare in casa.
– Ascoltare una canzone che ci piace, possibilmente una musica dolce e lasciarci andare se magari ci fa commuovere.
– Abbracciarci. Si non è un errore di scrittura, abbracciarci. Come facevamo quando giocavamo da piccoli, possiamo anche adesso che siamo adulti abbracciarci e accarezzarci la testa e i capelli, consapevoli di farci una coccola e che tutto questo ci fa bene.
– Mangiare qualcosa che ci piace, gustandolo pienamente, facendo solo quello mentre mangiamo in modo da essere presenti al 100%.
– Chiamare un’amica con la quale fare due chiacchiere. Ma attenzione, in questo caso vale solo se si riesce a confidare all’amica di turno che ci si sente un po’ giù. Chiamare un’amica e cominciare a parlare del più e del meno, o parlare di qualcuno che non è presente non vale come auto-coccola!
Ed ora, siccome ognuno di noi anche se non lo sa ha già sviluppato una sua modalità per auto consolarsi nei momenti di difficoltà o in quei momenti in cui magari ci sentiamo solo un po’ stanchi e sconfortati, vi chiedo di rispondere a questa domanda:
“quali sono le azioni che fai quando ti senti un po’ giù o senti che ti manca qualcosa?”
Se vi va di stilare una lista, potreste recuperarla in seguito proprio in un momento di bisogno!
Buone coccole a tutti!
Dott.ssa Romina Gabanini