Rabbia e capricci nei bambini

Condivido le mie riflessioni su questo argomento in seguito all’incontro con i genitori sul tema della rabbia.

La prima considerazione da fare è che la rabbia è un’emozione che appartiene a tutti e, come tutte le emozioni è utile e ci parla di noi, del nostro sentire.

Ma, a cosa serve la rabbia?
Innanzitutto serve per difendere il proprio territorio, per affermare la propria identità. È un “ci sono!” e “ho dei desideri e dei bisogni”.
Oggi, forse anche a causa di mal interpretazioni di certe pratiche spirituali, la rabbia viene particolarmente additata.
Rimaniamo consci del fatto che tutte le emozioni e le sensazioni che proviamo sono messaggi per noi e per la nostra crescita, verso la conoscenza sempre più profonda di noi stessi.
Ogni esperienza e sensazione interiore è espressione di quel tutto che mi circonda e di cui sono parte.
Quindi cerchiamo di non giudicarci negativamente quando ci sentiamo arrabbiati, e neanche giudicare negativamente un bambino perché è arrabbiato.
Se fosse così rischieremmo di sentirci sbagliati per quello che proviamo, di sentirci o far sentire “cattivo” chi è arrabbiato.
Cerchiamo di vedere invece la grande energia e forza vitale che giace sotto il fuoco della collera.

È una tappa necessaria e naturale per il processo di rinuncia e accettazione per una situazione che non può andare come desidereremmo.

Attraverso la frustrazione il bambino impara che non sempre nella vita le cose vanno come vorremmo; arrabbiandosi esterna il suo diniego per questo, dà sfogo alla energia accumulata, e quando l’onda della collera si esaurisce può arrivare all’accettazione di come stanno le cose.

“La collera, che è uno strumento per gestire la frustrazione, non deve essere eliminata, ma vissuta e superata.”

Isabelle Filiozat

La rabbia nei bambini, così come i capricci, quando sono molto frequenti, ci parlano di qualcosa che non funziona a dovere, la dobbiamo leggere sempre come un messaggio.

Essa può essere sintomo di:

  • cercare un confine, un contenitore per la propria energia e per le proprie richieste, qualcuno che si occupi di me;
  • voler essere visto e riconosciuto per chi sono veramente (c’è anche un’età in cui il bambino inizia a formare la propria identità, il famoso periodo del NO che inizia circa a 2 anni e va avanti a seconda dei casi fino ai 4/5 anni. Essere in contrasto lo aiuta a distinguersi dalla mamma o da chi si occupa di lui (per il bambino significa poter dire “sono diverso da te e posso avere pensieri e volontà diversi dai tuoi”.)
  • a volte i bambini assorbono la rabbia inespressa dei genitori.

Certi adulti non si arrabbiano mai con i bambini, ma anche con gli altri adulti, perché hanno paura di traumatizzare il bambino o delle conseguenze che l’arrabbiatura possa portare nella relazione con l’altro. In questo modo gli adulti negano i loro bisogni e le loro emozioni e il bambino si fa carico inconsciamente della loro collera inespressa e la esterna…senza saper identificare da dove proviene, perché in effetti non è sua.

  • se i genitori sono in conflitto i bambini possono schierarsi a favore di uno dei due, spesso quello che è sentito essere il più debole (si, i bambini stanno di norma dalla parte dei deboli);
  • può esserci un percepito di ingiustizia (es. verso un fratellino o una sorellina che richiede più attenzioni).

Se i vostri bambini sono molto arrabbiati il lato positivo di questo è che sono pieni di FORZA VITALE. Ma occorrerà ascoltare cosa c’è sotto e come mai devono arrivare ad essere sempre molto arrabbiati.

Ripeto che la rabbia è un’emozione molto sana quando si tratta di farsi rispettare e sentire la propria forza. Saranno momenti un po’ complicati ma così aiuteremo il bambino a crescere sapendo quello che vuole, imparando ad ascoltare i propri bisogni ed essendo in grado di farsi rispettare.
Purtroppo a scuola veniamo da un tipo di educazione che vuole i bambini ubbidienti e accondiscendenti, ma tutto ad oggi ci dice che è meglio che non sia così. Crescerebbero persone che si lasciano manipolare e che non si pongono domande su se stesse e sui loro desideri e bisogni.

La violenza è un’altra cosa, diciamo che è l’aspetto malsano dell’aggressività, è anche un ritardo nel non aver riconosciuto certi bisogni. Quando il mio sentimento di collera non è riconosciuto mi sento male e la violenza è come cercare di scaricare sull’altro il dolore che provo.

STANCHEZZA E STRESS.

Anche la stanchezza o l’avere tanti impegni, mille cose da fare una dietro l’altra possono portare a nervosismo e poi anche a sfuriate esagerate.
A mio avviso questo è sempre la ricerca di un limite da parte del bambino.
Siete voi genitori che dovete avere la sensibilità per comprendere quando è troppo e quando c’è bisogno di fermarsi, di rallentare, riposarsi e fare qualcosa di rilassante.
Insegnate ai vostri bambini a rilassarsi senza dormire e non per forza davanti al televisore, a intercalare attività più movimentate ad altre più rilassanti come leggere un libro, fare un disegno, raccogliere i fiori in un prato o anche stare sdraiati senza fare nulla, guardare le nuvole.
Lo so che non è facile perché anche noi spesso non ci riusciamo, viviamo nella società della produttività e troppo spesso leghiamo il nostro valore e la nostra esistenza al fare.
Facciamo sì che lo stare sdraiati sulla sabbia o in un prato non siano relegati alle sole due settimane di ferie all’anno.

Quando il bambino è stanco la sua capacità di gestire le frustrazioni diventa minima, sentirà dentro se stesso un vago malessere (la stanchezza) e non essendo in grado di riconoscerla, afferrerà il primo motivo che gli capiterà a tiro (es. voglio la coca cola, o altro..).

Sostenere i bambini in collera a seconda dell’età.

Se il bambino è piccolo non lasciatelo solo con la sua energia dirompente che spaventa lui stesso per primo. Stategli vicino e lasciate che il suo corpo si sfoghi poi potrete pian piano avvicinarlo e abbracciarlo.

Se il bambino è un po’ più grande potete lasciare che dia libero sfogo con urla e pugni a cuscini anche in camera sua, rispettando questo suo momento. Ha bisogno di sentire il suo corpo e tutta l’energia in eccesso. In seguito si può tornare a parlare e magari abbracciarsi.

Quando siamo noi adulti ad essere arrabbiati.
Se sappiamo dove ci troviamo con il nostro stato emotivo sarà più facile proteggere i bambini da noi stessi, anche dalle nostre parole che potrebbero ferirli. Allora potremmo tenerci lontani o esprimere che è una giornata faticosa e nervosa.

È importante scusarsi se esageriamo con loro. È bello sapere che tutti possiamo sbagliare e che possiamo anche rimediare, fungeremo loro da esempio.

 

 

 

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