Tesoro, non piangere
“Tesoro, Non piangere”
Questa frase consolatoria che contiene in sé tutto l’amore e l’appoggio che un adulto vuole dare a un piccolo, in realtà nasconde un messaggio velato che è come se dicesse : “tesoro, come ti senti non va bene.”
Il bambino vive di emozioni ed esse hanno proprio come caratteristica intrinseca quella di voler essere portate fuori, di essere espresse. Solo in questo modo possiamo sentirci vivi e fluire con la vita.
Non esistono emozioni giuste o sbagliate, buone o cattive, ma esistono emozioni che vogliono essere viste e vissute e che possiamo lasciar scorrere oppure bloccare.
Dire a un bambino di non piangere è come dirgli che quello che sta provando in quel dato momento è sbagliato e non deve provarlo.
Il pianto inoltre è la forma più semplice di scarico emozionale, pensate per esempio a quando piangiamo di gioia o perché ci siamo commossi.
Cari adulti, ascoltiamoci quando parliamo a un bambino perché lui ha fiducia in noi e ci ascolta e crede ciecamente a tutto quello che diciamo.
Se gli chiediamo di non piangere forse cercherà di bloccare questa sua espressione a scapito del fluire della sua energia. Ci vuole molta forza per trattenere un pianto, forza che poi non potrà usare per fare altro di buono per se stesso.
Ascoltiamo il nostro cuore e la nostra pancia. È così difficile stare accanto a qualcuno che piange, senza dire nulla, solo essendo presente? E aspettare che l’onda passi?
Osserviamo, stiamo accanto senza voler cambiare le cose.
Teniamo nel cuore quel piccolo o grande dolore che lo sta attraversando in quel momento.
Magari possiamo semplicemente rassicurarlo dicendo “Sono qui”.
Il pianto a un certo punto finisce e arriva qualcos’altro.